La Galleria La Polena di Genova, un gioiello nascosto nel cuore della Liguria, ospita una delle mostre più intriganti del XX secolo. Con un tuffo nel passato artistico del 1963, la galleria diventò il palcoscenico per due labirinti concettuali che esplorano i temi dell'oscurità e della partecipazione attiva degli spettatori. Queste opere non sono semplici esposizioni, ma esperienze immersive che sfidano la percezione convenzionale dell'arte.
L'Arte dell'Oscurità
Il primo dei due labirinti presentati al pubblico era dedicato all'oscurità. Questo spazio enigmatico esplorava i confini tra luce e ombra, creando un dialogo in cui l'assenza di luce stimolava l'immaginazione dei visitatori. Un viaggio sensoriale che costringeva gli ospiti a confrontarsi con l'ignoto, trasformando la paura dell'oscurità in una forma d'arte.
Partecipazione e Coinvolgimento
L'altro labirinto portava avanti il concetto di partecipazione, un tema caro alla modernità artistica. I visitatori non erano più meri osservatori, ma parte integrante dell'opera stessa. Un interscambio di esperienze e di significati che abbatteva la barriera tra opera e spettatore, rendendo l'arte un evento collaborativo e dinamico.
La Collaborazione con Fontana: Utopie
Durante la Triennale del 1968, la collaborazione con Lucio Fontana portò alla creazione di un ambiente unico: Utopie. Questo spazio, concepito come una visione ideale del futuro, sfidava i confini della realtà artistica attraverso l'uso innovativo dello spazio. Con Utopie, Fontana e i suoi collaboratori offrirono una nuova definizione di ambiente spaziale, dove ogni elemento si combinava per evocare un senso di meraviglia e scoperta.